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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-05-31 ad oggi 2010-05-31 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

31 maggio 2010 Come cambiano le pensioni. Domani sul Sole le prime risposte ai quesiti dei lettori

Non cambiano i requisiti. Non cambia l'età e nemmeno le quote. Eppure sarebbe un errore liquidare come "interventi marginali" le novità sulle pensioni approvate la scorsa settimana dal governo nell'ambito della manovra correttiva da 24,8 miliardi di euro. Sul fronte previdenziale, senza giri di parole, il decreto legge del governo produce - nei fatti - un aumento secco dell'età di pensionamento, che in alcuni casi cresce di ben 12 mesi rispetto alle regole attuali. È l'effetto delle modifiche al sistema delle finestre, sostituito dal nuovo metodo delle uscite "a scorrimento", il cui funzionamento è illustrato passo per passo nella Guida pratica a come cambiano le pensioni in edicola oggi con il Sole 24 Ore.

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

La cosa, in molti casi, sarà particolarmente dolorosa. Si pensi al lavoratore autonomo che compie i 65 anni all'inizio di marzo 2011: il periodo di "attesa" - vale a dire quello che intercorre tra il momento di maturazione del requisito per la vecchiaia e la decorrenza della pensione - sarà, come detto, di 18 mesi. Quindi, percepirà la pensione da ottobre 2012, con un aumento di ben 12 mesi rispetto a quanto gli sarebbe accaduto con il sistema attuale delle finestre. Sorprese simili, anche se più contenute, hanno anche i dipendenti, per i quali in alcuni casi l'incremento rispetto al sistema attuale può arrivare a nove mesi in più (in altri casi, certo, l'aumento del periodo di attesa è molto più contenuto: anche un solo mese, a esempio, per il dipendente che maturerà i requisiti per l'anzianità nel gennaio del 2011 e che con il nuovo sistema accederà alla pensione il 1° febbraio dell'anno successivo).

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

( Per i riferimenti alla manovra del Governo ed alla Rassegna stampa relativa clicca qui sopra )

100 Miliardi di Euro solamente rubando dalle prossime Pensioni, oltre i 19 Mld che il governo prende solamente ai Poveri per rimpinguare le tasche di Malvagi e Speculatori.

c.a. Presidenti, Parlamentari in indirizzo

c.a. Direzioni, Radazioni di Stampa, Giornali, TV

c.a. Rappresentanti Sindacali

c.a. Religiosi

Gent.mi

Svegliate il Paese dal torpore delle falsità ovattate e non distoglietelo con altre roboanti notizie, anche se degne di tutto rispetto.

E' IN GIOCO IL FUTURO DELL'ITALIA, GIOVANI, LAVORATORI, FAMIGLIE, PENSIONATI, AZIENDE !

Alro che 25 Mld, la Finanziaria costa 100 Miliardi di Euro solamente rubando denaro dalle prossime Pensioni di lavoratori onesti, oltre i 19 Mld che il governo prende solamente ai Poveri per rimpinguare le tasche di Malvagi e Speculatori.

A casa Governo Incapace e Mentitore che non hai il coraggio di dire che hai fallito negando per mesi una crisi, continuando a vantarti di non aumentare le tasse !

Le mie tasse, e quelle di altre centinaia di migliaia di persone umili, aumenteranno in un anno di oltre il 150% , e per altri 40 milioni di persone aumenteranno mediamente di 475 euro a testa.

 

 

Questo è il vero costo di una politica incapace, di falsi benefattori, del governo dell'amore per il denaro dei Poveri da trasferire a Corruttori, Corrotti, Finanziarie e speculatori), del Falso Buon Padre di Famiglia, del falso Cattolico. Perché Voi che dite di essere credenti non fate come Zaccheo (Vangelo Luca 19.1 :

Ma Zaccheo, alzatosi, disse al SIGNORE: << Ecco, SIGNORE, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto >> .

Io dovrei andar in pensione a giugno del 2010, ma come mi spiega il Sole 24 Ore di ieri, il mio pensionamento slitterà di 9 Mesi come dipendente, e 12 mesi come libero professionista, perché io sono stato sia l'uno che l'altro.

Oggi, nel corso del 41° anno di lavoro, di contributi versati sistematicamente per 40 anni, 41 anni di lavoro ininterrotto e di esperienza al top professionale, sono in mobilità con un netto di circa 880,00 euro mensili, mentre il mio stipendio prima era di oltre 1900,00 euro.

Ancora oggi a 64 anni non posso andare in pensione nonostante 33 anni + 35 settimane di contributi versati da Dipendente, ed oltre 13 anni da Libero Professionista.

Mi viene imposto di rinunciare ad andare in pensione anche a giugno del 2011 , facendo slittare le mie due pensioni :

  • di 9 mesi quella di dipendente da circa 1650,00 euro lordi mensili
  • di 12 mesi quella di Lavoratore autonomo da 150,00 lordi mensili

Il danno per me sarà pertanto di oltre 7200,00 euro, non percependo per 9 mesi la pensione da dipendente di 5400,00 euro ( differenza di 600,00 euro fra circa 1480,00 nette di pensione e 880,00 euro di mobilità), e di 1800,00 euro da libero professionista ( 150,00 euro per 12 mesi) .

Per 1 milione di lavoratori nelle mie condizioni, che perderà come me 7200,00 euro, lo stato incasserà circa 7,2 Miliardi ( pertanto la manovra per gli altri interventi recupererà circa 17,7 miliardi di euro).

Per circa 5 milioni di lavoratori dipendenti che andranno in pensione successivamente, e che non godranno della mobilità, il danno sarà mediamente di circa 15300,00 euro ciascuno (1700,00 euro mensili per 9 mesi) per un importo pari a 76,5 Miliardi di euro.

Pertanto il contributo chiesto ai lavoratori prossimi alla pensione è di circa (7,2+76,5) 82,2 Miliardi di euro, oltre il resto.

Pertanto la manovra al minimo costa in sacrifici oltre 101,2 miliardi, a parte le ulteriori tasse delle regioni: mediamente 1686,67 Euro a cittadino.

Pertanto l'importo della manovra è superiore a 100 Mld. di euro se si considera tutto il resto che non è visibile platealmente.

Tutto ciò si fa in assenza di qualsiasi tentativo di rilancio dell'Economia.

Si nasconde la richiesta di innalzare l'età per andare in pensione, e non si attua alcuna riforma.

Questo governo è incapace, abbia il buon senso di dimettersi e rimandi il paese alle urne !!!

Io posso anche accettare a ritardare di andare in pensione se mi si consente di continuare a lavorare invece di prendere la mobilità senza fare nulla, magari trasferendo la mia ricca esperienza professionale di 41 anni al top dell'Ingegneria alle giovani leve degli ITIS Istituti Tecnici Industriali :

  • Con il tempo pieno pomeridiano nelle scuole si farebbe vera formazione utilizzando gli anziani esperti del mercarto del lavoro, trasferendo vera professionalità a costo ridotto ( da 10,00 euro ora, tenendo conto del costo della mobilità o cassa integrazione anziché gli oltre 100,00 euro ora di una falsa formazione ) legando la scuola al mondo del Lavoro, alle Aziende Sane, al Territorio, alle Istituzioni
  • Ci sarebbe un ritorno immediato di energie giovanili immense, capaci di trasformare il mondo con la freschezza, volontà, forza, e gioventù, soprattutto utilizzandole per mettere "tutto online" a costo zero, con un ritorno immenso per la collettività, scoffiggendo la mafia dagli appalti, la corruzione, controllando le spese degli enti, della sanità, facendo funzionare la giustizia, rilanciando l'onestà, facendo rivivere le città ai pensionati giovani, indifesi, riscoprendo la Costituzione, la Democrazia, la Partecipazione, la Giustizia, la Fiducia nelle Istituzioni, nell'ITALIA UNITA, nate dal sacrificio di Milioni di persone, dei ns. padri nonni dei giovani, ai quali dare il futuro che habbiamo costruito insieme in 60 anni post guerra, in 150 dall'UNITA' d'ITALIA, in oltre due Millenni di Storia del Popolo Italiano.

Viva IL 2 Giugno.

Se il Governo non opera, lo facciano le regioni operando per:

  • Unità delle Istituzioni, Aiutando la Giustizia e le forze dell'ordine con personale a tempo parziale (30000 lavoratori almeno)
  • Utilizzando il Demanio a favore del territorio ma non disperdendolo con cessioni alle singole regioni essendo patrimonio dell'Intera Italia
  • Operando nella ricerca, innovazione, energie alternative, recupero energetico, trasporto collettivo, convertendo a costo zero in metropolitane di superfice le ferrovie ( p.e. Sud-Est Bari-Martina), evitando sprechi (Interramento Binari Bari 750 Mnl ) a favore del collegamento con l'alta velocità
  • Controllando la Sanità pubblica (evitare spertperi di ospedali doppioni inutili (p.e. Taranto 250 Mln di Euro), adottando i prezzi std. Regionali senza fare il tremendo spreco del federalismo fiscale
  • Facciamo in modo che Enti come l'Aqcedotto Pugliese diventino trainanti nello sviluppo anche nell'energia, consorziandosi con altri enti regionali, proiettandosi anche a livello internazionale nel Mediterraneo, in Africa, Medio Oriente, Pesei Arabi, Est, ecc.
  • Dimezzando i Parlamentare, semplicemente dichiarando eletti solo quelli che hanno il vero suffragio degli elettori e non appropriandosi dei voti degli astenuti ( 50% di votanti, 50% di parlamentari in tutti gli enti), riducendo realmente i costi alla normalità degli stipendi dei cittadini che lavorano onestamente
  • Chiamando i cittadini al referendum contro il Nucleare, la Privatizzazione dell'Acqua, la legge contro le intercettazioni (gli onesti non temono le intercettazioni, al limite si limiti la diffusione di notizie riguardante la sfera familiare e gli amori personali, salvo corruzione o comportamenti immorali con il divere di amministratori del bene Pubblico )
  • Ridiamo spazio a tutti i cittadini eleggendo rappresentati di studenti, lavoratori, casalinghe, pensionati in programmi che dichiarano già le basi delle Leggi da approvare in prima seduta, salvo poi adottare i decreti attuativi
  • Ecc.

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

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2010-05-31

Come cambiano le pensioni. Domani sul Sole le prime risposte ai quesiti dei lettori

di Salvatore PadulaCronologia articolo31 maggio 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2010 alle ore 08:04.

Non cambiano i requisiti. Non cambia l'età e nemmeno le quote. Eppure sarebbe un errore liquidare come "interventi marginali" le novità sulle pensioni approvate la scorsa settimana dal governo nell'ambito della manovra correttiva da 24,8 miliardi di euro. Sul fronte previdenziale, senza giri di parole, il decreto legge del governo produce - nei fatti - un aumento secco dell'età di pensionamento, che in alcuni casi cresce di ben 12 mesi rispetto alle regole attuali. È l'effetto delle modifiche al sistema delle finestre, sostituito dal nuovo metodo delle uscite "a scorrimento", il cui funzionamento è illustrato passo per passo nella Guida pratica a come cambiano le pensioni in edicola oggi con il Sole 24 Ore.

La cosa, in molti casi, sarà particolarmente dolorosa. Si pensi al lavoratore autonomo che compie i 65 anni all'inizio di marzo 2011: il periodo di "attesa" - vale a dire quello che intercorre tra il momento di maturazione del requisito per la vecchiaia e la decorrenza della pensione - sarà, come detto, di 18 mesi. Quindi, percepirà la pensione da ottobre 2012, con un aumento di ben 12 mesi rispetto a quanto gli sarebbe accaduto con il sistema attuale delle finestre. Sorprese simili, anche se più contenute, hanno anche i dipendenti, per i quali in alcuni casi l'incremento rispetto al sistema attuale può arrivare a nove mesi in più (in altri casi, certo, l'aumento del periodo di attesa è molto più contenuto: anche un solo mese, a esempio, per il dipendente che maturerà i requisiti per l'anzianità nel gennaio del 2011 e che con il nuovo sistema accederà alla pensione il 1° febbraio dell'anno successivo).

Una scelta - quella della finestra mobile - fatta dal governo nel nome dell'equità, visto che l'uscita "a scorrimento", oltre a consentire risparmi quantificati complessivamente in 2,7 miliardi, ha l'effetto di parificare per tutti i lavoratori la data di decorrenza reale della pensione. Ma non c'è dubbio che per molti si tratterà di una spiacevole novità.

Insomma, chi si aspettava un periodo di relativa tranquillità sul fronte pensionistico è stato smentito. Anche perché, in tempi relativamente brevi, oltre all'aggiornamento triennale dei coefficienti per il calcolo delle pensioni (il primo adeguamento è scattato proprio quest'anno) arriverà anche l'aumento automatico dell'età di pensionamento, introdotto con il Dl 78 del 2009. Dal 2105, ogni cinque anni i requisiti anagrafici per il pensionamento verranno aggiornati sulla base degli incrementi della speranza di vita nel quinquennio precedente.

La pensione ritarderà per tutti, ma per i dipendenti pubblici l'attesa sarà ancor più amara. Per loro, infatti, il decreto legge introduce anche la rateizzazione della liquidazione (indennità di buonuscita, indennità premio di servizio, trattamento di fine rapporto e ogni altra indennità equipollente). E come se non bastasse, i dipendenti pubblici avranno in futuro liquidazioni più leggere visto che un'altra norma modifica i criteri di calcolo dell'indennità (per il personale in servizio alla data del 31 gennaio 2000) parificandoli a quelli previsti nel settore privato.

Poi c'è il capitolo dell'invalidità. In questo caso il governo, con la finalità di razionalizzare e controllare un settore a elevatissimo rischio di abusi, ha scelto di tirare la cinghia dei requisiti e di rendere più efficaci i controlli. La norma più significativa prevede che il diritto all'assegno mensile di invalidità scatta quando al beneficiario è riconosciuta una invalidità dell'85% e non più del 74%, come previsto dalle norme attuali. Tabelle sanitarie alla mano, ciò vuol dire che l'assegno di invalidità non potrà più essere concesso per moltissime patologie. Nulla è cambiato, invece, per l'indennità di accompagnamento. Contrariamente alle prime ipotesi di lavoro, il testo del decreto legge non prevede nessun collegamento al reddito.

Niente di fatto anche per altre due misure inizialmente ipotizzate. Non è quindi previsto alcun prelievo biennale di solidarietà del 10% sulle pensioni d'oro, vale a dire quelle di importo superiore a tredici volte il minimo (si sarebbe trattato degli assegni sopra i 5.850 euro mensili e il taglio avrebbe riguardato la parte della pensione eccedente il limite).

E neppure viene accelerata la crescita dell'età di pensionamento per le donne nel pubblico impiego: al livello finale dei 65 anni - al quale si deve giungere per effetto dell'adeguamento a quanto stabilito da una sentenza della Corte Ue - si arriverà a partire dal 1° gennaio 2018, così come ora previsto. Quindi, fino al 31 dicembre 2011 per la vecchiaia saranno richiesti 61 anni, con aumento di un anno di età ogni 24 mesi. Naturalmente, tutto ciò a meno di (possibili) ripensamenti in sede di conversione in legge del decreto.

Da martedì 1 giugno sul Sole 24 Ore in edicola le prime risposte dei nostri esperti ai quesiti inviati dai lettori.

SPECIALE / Come cambiano le pensioni

 

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2010-00-01

Come cambiano le pensioni. Le risposte ai quesiti dei lettori

di Salvatore PadulaCronologia articolo1 giugno 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2010 alle ore 08:23.

Le pensioni tengono banco. E si confermano uno dei temi più "gettonati" della manovra. Sono ben 2.100 i quesiti inviati ieri allo speciale "Come cambiano le pensioni" sul sito internet del Sole 24 Ore, dei quali pubblichiamo sotto una prima selezione di risposte.

Diciamo subito che il testo della Gazzetta rispecchia per intero quanto riportato nella Guida pratica pubblica sul Sole 24 Ore di ieri.

Si introduce, nei fatti, un allungamento della vita lavorativa, con incrementi - rispetto al sistema attuale - da uno a dodici mesi in più, a seconda dei casi.

Dal prossimo anno, il sistema di uscita prevede un'unica finestra a scorrimento sia per i trattamenti di anzianità sia per quelli di vecchiaia, sia per i dipendenti (pubblici e privati) sia per gli autonomi.

In particolare, per i lavoratori dipendenti l'assegno (sia di anzianità che di vecchiaia) spetterà 12 mesi dopo la maturazione dei requisiti. In realtà, la decorrenza è fissata al primo giorno del 13esimo mese successivo a quello di maturazione dei requisiti: per esempio, il lavoratore che maturerà il requisito nel mese di giugno 2011, avrà la pensione con decorrenza luglio 2012 (con il sistema attuale, questo lavoratore andrebbe in pensione nel gennaio 2012, sei mesi prima).

Nel caso degli autonomi, invece, i mesi di attesa diventeranno 18 (anche qui, si tratta del primo giorno del 19esimo mese successivo). Regole identiche a queste ultime sono previste per gli iscritti alla gestione separata.

Qualche dubbio era sorto in relazione ai soggetti che possono vantare 40 anni di contributi per l'accesso al trattamento di anzianità. La lettura del testo finale, induce a ritenere che le nuove decorrenze si applichino anche a questi lavoratori, i quali dovranno quindi attendere 12 mesi (se dipendenti) o 18 mesi (se autonomi) per la decorrenza effettiva della pensione.

Quanto alle esclusioni, per prima cosa va ribadito che le nuove regole non riguardano chi matura il diritto alla pensione entro il 31 dicembre di quest'anno.

Escluso è anche il personale della scuola, che continuerà ad andare in pensione con la finestra unica di settembre, avendo maturato i requisiti di età e di contribuzione entro il 31 dicembre dello stesso anno.

 

 

 

Salvi - come segnalato ieri - anche i lavoratori che al 30 giugno 2010 risultano in preavviso e maturano i requisiti di età anagrafica e di contribuzione entro la data di cessazione del rapporto di lavoro (per evitare che qualcuno possa restare senza stipendio e senza pensione). Stesso trattamento per quanti, al raggiungimento del limite di età, viene meno il titolo per lo svolgimento della mansione alla quale sono adibiti (piloti, autisti di mezzi pubblici).

Non manca, infine, una piccola lotteria: si salveranno dalle nuove regole 10mila lavoratori sia in mobilità in base ad accordi sindacali ante 30 aprile 2010 che maturano i requisiti prima della scadenza della mobilità (per loro continuano a valere le attuali finestre), sia in mobilità lunga sempre in base ad accordi ante 30 aprile 2010 (la pensione spetta dal mese successivo alla presentazione della domanda). Sarà l'Inps a bloccare le richieste quando sarà raggiunto il limite delle 10mila unità.

 

Pensioni di anzianità nelle nuove finestre mobili

Maturerò 40 anni di contribuzione Inps (privati) al 1° febbraio 2014. Non ho capito da quando decorre il trattamento pensionistico e se sono soggetto alle finestre mobili.

Nel testo precedente del provvedimento venivano salvate le vecchie finestre per le pensioni di anzianità liquidate con 40 anni di contribuzione (cioè quattro). Nel nuovo testo non si parla di questa deroga. È da ritenere, quindi, che anche queste pensioni di anzianità rientrino nelle nuove finestre cosiddette mobili. Per il lettore la pensione partirà quindi dal 1° marzo 2015.

 

Un diritto che maturerà arrivati a quota 97

Al 31 dicembre 2009 ho maturato 1605 settimane di contribuzione come lavoratore dipendente. Sono nato l'8 gennaio 1955 e attualmente sto lavorando come dipendente. Quando maturerò il diritto alla pensione?

Nel caso esposto il traguardo della pensione di anzianità potrà essere tagliato quando l'interessato raggiungerà la quota 97 con l'età di 61 anni e 36 anni di contributi.

 

Anzianità senza modifiche per chi è al traguardo nel 2010

Le novità introdotte riguardano solo chi matura i requisiti dal 2011 oppure anche chi li matura nel 2010?

Le innovazioni sulle finestre per la pensione di anzianità riguardano solo coloro che matureranno i relativi requisiti a partire dal gennaio 2011 in poi.

 

Anche con 40 anni di contributi prima uscita utile dopo 12 mesi

Sono una dipendente da un datore di lavoro privato e avrò 40 anni di contributi al febbraio 2012. Quando potrò andare in pensione?

Se il decreto non subirà modifiche in Parlamento, anche per i dipendenti con 40 anni di contributi la prima finestra utile si apre 12 mesi dopo il mese in cui sono stati maturati i requisiti. Nel caso della lettrice, quindi, dal 1° marzo del 2013.

 

Pensioni di vecchiaia: dal 2011 cambia la decorrenza

Quali cambiamenti sono stati introdotti per le pensioni di vecchiaia?

Il decreto legge sulla manovra non modifica il requisito di età per la pensione di vecchiaia, che resta fermo a 65 anni per gli uomini e a 60 anni per le donne. A queste ultime, nel settore pubblico viene chiesto un anno in più (61 anni nel biennio 2010-2011). Per uomini e donne che raggiungono tali limiti di età dal 2011 in poi cambia la decorrenza della pensione. I lavoratori dipendenti vanno in pensione dopo 12 mesi dal conseguimento del diritto, mentre gli autonomi (artigiani, commercianti, agricoltori e iscritti alla gestione separata) devono attendere 18mesi.

 

Situazione immutata per chi compie 60 anni ad agosto 2010

Compio 60 anni il 1° agosto 2010: con l'attuale decreto che cosa cambia?

Il nuovo decreto non modifica gli attuali requisiti per le donne che compiono i 60 anni entro il 2010. In questo caso le finestre non cambiano, e l'interessata potrà mettersi in pensione dal 1° gennaio 2011.

 

Niente cambi se c'è preavviso in corso al 30 giugno 2010

Sono dipendente di una pubblica amministrazione. Lo scorso 11 maggio ho presentato la domanda di pensione per volontarie dimissioni dal servizio, domanda che è stata già accolta dalla mia amministrazione prima dell'entrata in vigore del decreto. Dovrei cessare il 1° febbraio del 2011: ho fatto tale domanda, pur avendo a gennaio prossimo i 40 anni di servizio, per non dover aspettare l'apertura della finestra. Cambia qualcosa per me?

No. La nuova norma non si applica al caso in questione, avendo il lettore entro la data del 30 giugno 2010 in corso il periodo di preavviso, con maturazione dei requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva richiesti per il conseguimento del trattamento pensionistico entro la data di cessazione del rapporto di lavoro.

 

Previsto l'avvicendamento da sistema Tfs a sistema Tfr

Ho 40 anni, ho iniziato a lavorare il 4 settembre 2000 al ministero delle Finanze a tempo indeterminato, poi nel 2002 ho vinto un concorso in un ente locale sempre a tempo indeterminato: come sarà la mia liquidazione? Dal 2000 al 2010 col metodo del Tfs e dal 2011 in avanti con l'accantonamento del 6,91% annuale? Quindi sarò penalizzato?

La nuova norma prevede che la liquidazione verrà calcolata fino al 31 dicembre 2010 con il metodo Tfs e dal 1° gennaio 2011 con il sistema del Tfr, con accantonamento del 6,91% annuale. Sicuramente, il sistema Tfr è meno vantaggioso del sistema Tfs.

 

Bastano 40 anni di contributi anche senza età pensionabile

Il requisito massimo dei 40 anni di contributi permette al lavoratore di essere collocato in pensione anche se lo stesso non ha raggiunto l'età pensionabile prevista dalle vigenti normative (61 per le donne e 65 per gli uomini)?

Sì. Con 40 anni di contributi si può lasciare il lavoro anche se non si è raggiunta l'età pensionabile. Peraltro, le nuove disposizioni in materia di pensione stabiliscono, anche per le pensioni con 40 anni di contributi, l'applicazione della "finestra mobile" che ritarda l'uscita di dodici mesi rispetto alla data di maturazione del requisito.

 

Liquidazione in unica soluzione per importi sotto i 90mila euro

In qualità di dipendente dell'agenzia delle Entrate, un soggetto – per aver maturato, alla data del 10 settembre 2007, i requisiti utili al trattamento di pensione di anzianità (57 anni di età e 35 anni di contribuzione) – ha chiesto di recente la risoluzione del rapporto di lavoro con diritto a pensione a decorrere dal 26 novembre 2010. Si desidera sapere se la liquidazione del trattamento di fine servizio di spettanza sarà erogata in un'unica soluzione o soggetta a rateazione per effetto del nuovo decreto.

Se l'importo della liquidazione non supera i 90.000 euro, al lordo delle ritenute fiscali, l'importo verrà erogato in un'unica soluzione.

 

Due possibilità per il lavoratore autonomo

Sono un lavoratore autonomo di 60 anni e quest'anno raggiungo i 40 anni di contributi versati: quando potrò percepire la pensione?

Occorrerebbe sapere se il requisito dei 40 anni sarà maturato nel primo semestre 2010 (in questo caso vale la finestra del 1° luglio 2011) oppure nel secondo semestre 2010 (finestra del 1° gennaio 2012).

 

Scadenza invariata per un lettore del 1951

Sono nato a novembre del 1951, ho lavorato fino ad aprile 2009, maturando a quella data 38 anni e 7 mesi di anzianità. Da maggio 2009 non lavoro. Pensavo di andare in pensione con il 1° luglio 2011, ma mi sembra di aver capito che dovrò aspettare altri sei mesi. È così?

No, il lettore potrà continuare ad andare in pensione con la finestra del 1° luglio 2011.

 

Vecchie finestre per i titolari di prestazione straordinaria

Dal 1° aprile 2009, e fino al 1° marzo 2013, godrò di un assegno a sostegno del credito; la mia finestra per i 40 anni si apre il 1° aprile 2013, infatti "faccio" i 40 anni il 1° ottobre 2012: cambia qualcosa con la nuova manovra?

Si applicano le vecchie finestre per i titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà (esubero per banche, assicurazioni e così via).

 

Anzianità con quota 95 per l'impiegata sessantenne

Sono un'impiegata di un'azienda privata che compie 60 anni, con 36 anni e mezzo di anzianità contributiva il 22 novembre del 2010. Qual è, con la nuova normativa, la mia finestra di uscita?

L'interessata andrà in pensione di anzianità con la quota 95 (raggiunta nel 2010) con la vecchia finestra del 1° luglio 2011.

 

Ancora praticabile l'"uscita" del 1° luglio 2011

Sono dipendente di un'azienda privata del settore chimico. Il mio livello è quello di quadro. Mi trovo in cassa integrazione da ben cinque anni (attualmente con la Cig in deroga percepisco 650 euro al mese). A dicembre 2010 compirò finalmente 59 anni, con 38 anni e mezzo di contributi.Cambierà qualcosa per me? Quando si aprirà la mia finestra?

Per la persona interessata non cambierà nulla, in quanto al suo caso si applicheranno le vecchie finestre. In particolare, la finestra del lettore è quella del 1° luglio 2011.

 

I limiti di applicazione per la liquidazione rateizzata

Sono un dipendente pubblico. Il 14 gennaio 2011 raggiungerò 40 anni di contributi: le nuove norme avranno degli effetti sulla mia liquidazione?

Le nuove norme sul pagamento dilazionato della liquidazione entreranno in vigore alla data di pubblicazione in Gazzetta ufficiale, salvo per coloro che cesseranno entro il 30 novembre 2010, per limiti di età o per pensione di anzianità, con accoglimento della domanda di cessazione dal servizio entro la predetta pubblicazione. Va tenuto presente, comunque, che il pagamento a rate è previsto solo se la liquidazione è superiore a 90.000 euro.

 

Prolungamento di 12 mesi dopo il perfezionamento dei requisiti

Sono nato il 12 ottobre 1955 e ho iniziato a lavorare come dipendente il 1° gennaio 1973. Da allora ho proseguito regolarmente a lavorare con una sola eccezione: sei mesi di disoccupazione e sei mesi "vuoti" nel 1999. Se nei prossimi anni continuerò a lavorare senza problemi, i termini temporali della mia pensione sono a rischio a causa delle novità appena introdotte, oppure potrò uscire, come preventivato, nel gennaio 2014?

L'interessato cade nella rete delle nuove finestre introdotte dalla manovra, in quanto maturerà i requisiti per la pensione di anzianità dopo il 2010. La finestra, quindi, si aprirà dopo 12 mesi dalla data di perfezionamento dei requisiti.

 

Con 40 anni di contributi restano le 4 vecchie finestre

Da lavoratore dipendente, il 13 marzo 2010 ho maturato 2.080 contributi o, meglio, i 40 anni di contribuzione. Con la nuova manovra finanziaria quando andrò in pensione?

L'interessato andrà in pensione di anzianità con il sistema delle vecchie quattro finestre. Non viene, però, specificata l'età e quindi non possiamo fissare la finestra specifica.

 

Tre rate oltre i 150mila euro di trattamento fine servizio

Per gli statali, la rateizzazione della liquidazione dopo 40 anni di servizio in quali termini avviene?

Con i dati contenuti nel nuovo testo del decreto-legge sulla manovra economica 2011-2012, la liquidazione viene erogata in un'unica soluzione se di importo pari o inferiore a 90.000 euro al lordo delle ritenute fiscali; se superiore a 90.000, ma inferiore a 150.000 euro, scatta la prima rateizzazione (90.000 euro la prima rata e la seconda rata, dopo un anno, per l'ammontare residuo); se superiore a 150.000 euro, sono previste tre tranche (90.000 euro la prima, 60.000 euro la seconda dopo un anno, e la terza, pari all'ammontare residuo, dopo un altro anno).

 

RISPOSTE A CURA DI:

Aldo Ciccarella, Sergio D'Onofrio,Pietro Gremigni, Giuseppe Rodà,Paola Sanna, Tommaso Siracusano,Claudio Testuzza

L'iniziativa si svolge in collaborazione con la Fondazione studi consulenti del lavoro

 

 

 

 

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Come cambiano le pensioni. Domani sul Sole le prime risposte ai quesiti dei lettori

di Salvatore PadulaCronologia articolo31 maggio 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2010 alle ore 08:04.

Non cambiano i requisiti. Non cambia l'età e nemmeno le quote. Eppure sarebbe un errore liquidare come "interventi marginali" le novità sulle pensioni approvate la scorsa settimana dal governo nell'ambito della manovra correttiva da 24,8 miliardi di euro. Sul fronte previdenziale, senza giri di parole, il decreto legge del governo produce - nei fatti - un aumento secco dell'età di pensionamento, che in alcuni casi cresce di ben 12 mesi rispetto alle regole attuali. È l'effetto delle modifiche al sistema delle finestre, sostituito dal nuovo metodo delle uscite "a scorrimento", il cui funzionamento è illustrato passo per passo nella Guida pratica a come cambiano le pensioni in edicola oggi con il Sole 24 Ore.

La cosa, in molti casi, sarà particolarmente dolorosa. Si pensi al lavoratore autonomo che compie i 65 anni all'inizio di marzo 2011: il periodo di "attesa" - vale a dire quello che intercorre tra il momento di maturazione del requisito per la vecchiaia e la decorrenza della pensione - sarà, come detto, di 18 mesi. Quindi, percepirà la pensione da ottobre 2012, con un aumento di ben 12 mesi rispetto a quanto gli sarebbe accaduto con il sistema attuale delle finestre. Sorprese simili, anche se più contenute, hanno anche i dipendenti, per i quali in alcuni casi l'incremento rispetto al sistema attuale può arrivare a nove mesi in più (in altri casi, certo, l'aumento del periodo di attesa è molto più contenuto: anche un solo mese, a esempio, per il dipendente che maturerà i requisiti per l'anzianità nel gennaio del 2011 e che con il nuovo sistema accederà alla pensione il 1° febbraio dell'anno successivo).

Una scelta - quella della finestra mobile - fatta dal governo nel nome dell'equità, visto che l'uscita "a scorrimento", oltre a consentire risparmi quantificati complessivamente in 2,7 miliardi, ha l'effetto di parificare per tutti i lavoratori la data di decorrenza reale della pensione. Ma non c'è dubbio che per molti si tratterà di una spiacevole novità.

Insomma, chi si aspettava un periodo di relativa tranquillità sul fronte pensionistico è stato smentito. Anche perché, in tempi relativamente brevi, oltre all'aggiornamento triennale dei coefficienti per il calcolo delle pensioni (il primo adeguamento è scattato proprio quest'anno) arriverà anche l'aumento automatico dell'età di pensionamento, introdotto con il Dl 78 del 2009. Dal 2105, ogni cinque anni i requisiti anagrafici per il pensionamento verranno aggiornati sulla base degli incrementi della speranza di vita nel quinquennio precedente.

La pensione ritarderà per tutti, ma per i dipendenti pubblici l'attesa sarà ancor più amara. Per loro, infatti, il decreto legge introduce anche la rateizzazione della liquidazione (indennità di buonuscita, indennità premio di servizio, trattamento di fine rapporto e ogni altra indennità equipollente). E come se non bastasse, i dipendenti pubblici avranno in futuro liquidazioni più leggere visto che un'altra norma modifica i criteri di calcolo dell'indennità (per il personale in servizio alla data del 31 gennaio 2000) parificandoli a quelli previsti nel settore privato.

Poi c'è il capitolo dell'invalidità. In questo caso il governo, con la finalità di razionalizzare e controllare un settore a elevatissimo rischio di abusi, ha scelto di tirare la cinghia dei requisiti e di rendere più efficaci i controlli. La norma più significativa prevede che il diritto all'assegno mensile di invalidità scatta quando al beneficiario è riconosciuta una invalidità dell'85% e non più del 74%, come previsto dalle norme attuali. Tabelle sanitarie alla mano, ciò vuol dire che l'assegno di invalidità non potrà più essere concesso per moltissime patologie. Nulla è cambiato, invece, per l'indennità di accompagnamento. Contrariamente alle prime ipotesi di lavoro, il testo del decreto legge non prevede nessun collegamento al reddito.

Niente di fatto anche per altre due misure inizialmente ipotizzate. Non è quindi previsto alcun prelievo biennale di solidarietà del 10% sulle pensioni d'oro, vale a dire quelle di importo superiore a tredici volte il minimo (si sarebbe trattato degli assegni sopra i 5.850 euro mensili e il taglio avrebbe riguardato la parte della pensione eccedente il limite).

E neppure viene accelerata la crescita dell'età di pensionamento per le donne nel pubblico impiego: al livello finale dei 65 anni - al quale si deve giungere per effetto dell'adeguamento a quanto stabilito da una sentenza della Corte Ue - si arriverà a partire dal 1° gennaio 2018, così come ora previsto. Quindi, fino al 31 dicembre 2011 per la vecchiaia saranno richiesti 61 anni, con aumento di un anno di età ogni 24 mesi. Naturalmente, tutto ciò a meno di (possibili) ripensamenti in sede di conversione in legge del decreto.

Da martedì 1 giugno sul Sole 24 Ore in edicola le prime risposte dei nostri esperti ai quesiti inviati dai lettori.

SPECIALE / Come cambiano le pensioni

 

 

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